Parole in libertà dalla zona di contenimento forzato – Padova
In queste settimane stra-ordinarie ci si interroga un po’ tutti su come far fronte all’emergenza sanitaria reinventando il nostro modo di stare insieme. Le autorità ci chiedono di essere prudenti e solidali nel prendere le misure tra di noi. Ci chiedono di trovare modi nuovi di trascorrere la giornata nonostante la paura del presente e l’incertezza del futuro.
La creatività dovrebbe renderci il compito meno arduo.
Uso il condizionale poiché spesso si cade nell’inganno di credere che trovare soluzioni creative a un problema o a una situazione, significhi necessariamente fare cose, passare all’azione. Il ritmo frenetico nel quale abitualmente viviamo ci impone sottilmente anche un certo standard nella risoluzione dei problemi quotidiani o esistenziali di ogni ordine e grado. Dobbiamo fare presto. Punto. Funziona così. Ma ora lo standard è mutato, le coordinate non sono più quelle di prima. Siamo invitati a stare a casa.
Come liberare la creatività in queste ore?
In omaggio a Milano, città che più di ogni altra sta subendo in questo momento la pressione del contagio, mi affido alle parole dell’artista milanese Bruno Munari:
“Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose.Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.”
Albero: l’esplosione lentissima di un seme – (Bruno Munari 1907 – 1998)
Ah! Come vorremmo poter fare qualcosa, anzi, molte cose! Vorremmo andare dappertutto, vorremmo poter tornare al cinema, a teatro, a scuola, vorremmo fare una gita e starnutire in santa pace. Vorremmo insomma, poter complicare come prima. Ci viene chiesto invece di fare meno, di togliere, annullare, cancellare, rallentare, semplificare. E questo ci disorienta. Per riuscire a rispondere creativamente a questa urgenza, dobbiamo metterci del nostro, tirare fuori il meglio di noi. Siamo chiamati a uno sforzo michelangiolesco!
Secondo il grande artista rinascimentale Michelangelo Buonarroti infatti, “la scultura non è per via di porre, ma per forza di togliere”.
Nel blocco di marmo egli vedeva una figura da liberare della materia in eccesso. Punto di vista affascinante che pone l’artista in posizione gregaria rispetto all’opera.
particolare del David – Michelangelo Buonarroti 1485 – 1564

Gli artisti ci stanno dicendo come il passaggio dal complicare al semplificare non sia facile e richieda uno sforzo interiore, un atto di forza e di mansuetudine personale. A quel punto la creatività può trovare terreno fertile per proliferare.
Come attuare questo passaggio nel quotidiano con i nostri bambini che sono così energeticamente a casa da scuola?
Fatti salvi compiti e lezioni on line: lasciamoli annoiare. Evitiamo di proporre soltanto attività strutturate o con finalità precise, ma limitiamoci a fornire loro dei semplici materiali: scatoloni, forbici, colla, vecchi ritagli, salviette… quello che c’è in casa. Devono essere le loro intelligenze a mettersi in moto per inventarsi un gioco. O anche niente. Purché non ricevano continui input, stimoli e conferme da parte degli adulti. Noia. Quando diventa insopportabile resuscitiamo da soffitte e garage i giochi in scatola degli anni 70, abbandoniamo la (già) vana pretesa di una casa in ordine, facciamoci aiutare a preparare la cena, anche male…
Inspira, espira.
Compiamo l’atto di forza e mansuetudine di cui sopra. Ricordiamoci che stiamo scolpendo il David, non è indolore. Soprattutto con i nervi a fior di pelle. Ma è un capolavoro che resterà. Se saremo lì con loro ad annoiarci. Questo tempo di inattività forzata è una straordinaria occasione di apprendimento. Quando vengono a mancare strumenti e abitudini, siamo di fronte a una possibile meravigliosa svolta, come testimoniamo le parole di Pierre-Auguste Renoir “Una mattina, siccome uno di noi era senza nero, si servì del blu: era nato l’impressionismo”.
È finito il nero. È il momento per tutti noi di usare il blu. Proviamoci.
Femme avec parasol dans un jardin (Auguste Renoir 1841-1919)

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