In questo periodo di disorientamento, nel cercare di fare didattica a distanza, possiamo aggrapparci ai principi e ai valori che consideriamo alla base del nostro agire a scuola. Può sembrare paradossale, ma questa virtualità ci sta mettendo di fronte a diversi nodi della realtà e chiede d’interrogarci su tematiche che ci stanno a più a cuore. È possibile mantenere punti di riferimento quando di mezzo c’è uno schermo? A distanza non sarà mai la stessa cosa, ma occorre provarci, dobbiamo fare il possibile. In che modo?
Connettiamoci, nel senso più “antico” del termine: il suo significato originario (dal latino connèctere) è “attitudine a congiungersi”, rimanda a una “relazione”. Dunque, connettiamoci con i “compiti di realtà” (quelli aderenti alla vita di tutti i giorni… restando a casa) e ribaltiamo qualche punto di vista: colleghiamoci con una “casa a distanza” per fare una “scuola della vicinanza”.
Mettiamo al centro la vita dei bambini, partiamo da loro, dalle loro storie, dalle loro teorie sul mondo. Favoriamo il dialogo fra noi e loro, e fra loro e loro, valorizzando il piccolo gruppo. Rinforziamo alleanze con i genitori condividendo il senso delle proposte. Ci sono tanti “ma”, che possiamo affrontare con altrettanti “se”, ricercando, nell’ottica dell’inclusione, varianti e linguaggi possibili intorno ad una stessa idea. Anche se andrebbe sempre fatta, a distanza, possiamo fare una “didattica dei se…”. Ed ecco tre “se” alla ricerca di molti altri.

lI primo “se” è quello di una didattica consapevole che siamo insieme, ma stando ciascun per sé, perciò è necessario escogitare strategie relazionali che possano “bucare lo schermo”.
Il secondo è relativo al primo, perché abbiamo appena detto “se” con l’accento, facendolo diventare “sé”. Quindi, si vuole considerare il “diritto all’errore” come un passaggio essenziale nel procedere “per tentativi… e tentativi”. Dove i primi a fare gli errori saremo noi, nei nostri esperimenti di didattica distanza.
Il terzo è relativo a quei “se” di una didattica che ricerca quello che ognuno ha e può fare a casa per poter mettere i bambini nelle condizioni di agire partendo dal principio del “cosa so fare se”. E allora, seppur “a distanza”, ricerchiamo opportunità, sosteniamo lo sguardo ludico dei bambini, consideriamo la casa come un “laboratorio” facendo emergere i saperi e le competenze della vita quotidiana …se… ci sarà “connessione”.

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