Ora di musica o musica trasversale

Ora di musica o musica trasversale

04/05/2020

Nella scuola Primaria la distribuzione degli insegnamenti fra i docenti della stessa classe ha portato a una cristallizzazione delle materie che non risponde alle reali esigenze dei bambini, quanto piuttosto alle contingenze di programmazione dell’organizzazione scolastica. Per semplificare, si configurano così la maestra a “quadretti” e quella a “righe”, per identificarne l’orientamento più o meno umanistico. In questa spartizione, tuttavia, o perlomeno sulla carta, si affaccia timidamente l’Educazione al Suono e alla Musica, la “Cenerentola” delle materie.

Chi se la prende? Viene giocata ai dadi e, una volta assegnata, diventa il cruccio di tanti educatori. Se ci fosse una statistica del tempo effettivo dedicato alla Musica nella Scuola Primaria risulterebbe di gran lunga inferiore alle 2 ore curricolari previste dai programmi ministeriali. Perché? Fino a quando si penserà alla Musica come ad una materia scolastica, paradossalmente, gli insegnanti la confineranno nel dimenticatoio delle discipline.

 

Insegnare musica non è come con Italiano o Matematica; essendo un linguaggio specifico necessita di una preparazione ancora più specifica e di una metodologia che tenga conto dell’evoluzione del linguaggio musicale. Oltre alla formazione è indispensabile rivedere la concezione di Musica e rinunciare all’idea di separarla da tutto il resto.

Musica non è una materia scolastica.

Musica è arte, educazione alla bellezza, gioia, allegria, comunicazione, è emozione e gioco, ma anche storia, scienza, fisica, movimento, matematica, linguaggio verbale, geografia ed è senso del gruppo.

Musica è trasversalità.

Perché allora non prenderla nemmeno in considerazione o decontestualizzarla rispetto a tutta l’altra didattica?

In nome di questo enorme potere vi invito a NON accanirvi nel tentativo di fare musica 2 ore alla settimana!!!

Non sono impazzita… un lungo bla bla bla per rivalutare la Musica e un attimo dopo affermare il contrario…!

Vorrei invece indurvi a riflettere sulle potenzialità della Musica perché valutiate l’opportunità di rivedere la vostra metodologia osservando in quali circostanze sia fattibile trasferire uno stesso concetto in ambito sonoro.

Solo così vi renderete conto che potrete far musica in ogni singola disciplina implementando l’insegnamento, stuzzicando la curiosità degli alunni, rendendo più giocosa la materia e attivando diversi tipi di intelligenza. Senza contare che migliorerà la coerenza fra i due emisferi del cervello, includendo con facilità anche i bambini che hanno un tipo di apprendimento particolare, mi riferisco a quelli che la scuola etichetta come BES, DSA ecc. Sarà indispensabile uscire dalle vostre abitudini senza però sconvolgerle, semplicemente far spazio a un compagno nuovo, proprio come succede in classe.

Inizierete a sentirvi in confidenza con la Musica, ad accoglierla in classe, a “farla amica”. Gradualmente diventerà parte del tutto, così sarete veri Educatori al Suono e alla Musica!

Come operare questa trasformazione?

A piccoli passi iniziando dalle materie con cui vi sentite maggiormente in sintonia, chiedendovi come la Musica possa offrire il suo contributo. Dalla classe I alla V della Scuola Primaria, ma anche nella Scuola dell’Infanzia, le occasioni non mancano! Chiariamo questo concetto con qualche esempio operativo e qualche spunto di riflessione. Ipotizziamo una lezione di Geografia sulle regioni italiane con bambini di circa 9/10 anni.  Perché non far ascoltare qualche canzone popolare regionale, peraltro fondamentale per riconnettersi alle proprie origini?

Molti docenti l’avranno forse anche pensato e già realizzato, ma il suggerimento è di contestualizzare questa esperienza non soltanto riportandone il testo in dialetto e ascoltando una registrazione. Il passo successivo sarà l’interpretazione vocale abbinata alla libera interpretazione corporea del brano, oppure l’invenzione di una danza, qualora il ritmo si prestasse a questo.

O ancora: procuriamoci un semplice strumentario didattico musicale (legnetti, campanelli, maracas, tamburelli…) anche costruito con materiale di recupero e organizziamo un accompagnamento orchestrale, senza dimenticare che con la body percussion il corpo stesso diventa orchestra. I bambini scopriranno istintivamente la struttura formale del brano, evidenziando strofe e ritornello. Procederà quindi con l’orchestrazione, concertandola con tutti i componenti del gruppo.    Questo è solo uno dei possibili scenari musicali. Analizzando i singoli piani educativi sarà possibile personalizzare ogni singolo intervento musicale. Ma soprattutto sarà utile che ogni docente, pianificando le proprie lezioni, si chieda quali suggerimenti musicali siano presenti, pronti per essere colti. In questo modo avrete valorizzato l’intervento musicale e avrete inserito una vera e propria proposta musicale trasversale. La lezione di geografia sarà più leggera e incisiva, i bambini più coinvolti, quelli più ipercinetici appagati dal coinvolgimento motorio e dal piacere del suonare insieme.

Insegnare con le “orecchie accese” è in sintesi il consiglio più pertinente per essere pronti a mettere in atto la strategia musicale nell’insegnamento di ogni disciplina.

Nei corsi di formazione dedicati alla Scuola Primaria disponibili sulla Piattaforma Scuola Oltre, mi dedicherò in particolare a proporre agli insegnanti molte altre strategie utili come “Musica nella Storia, Storia nella Musica” che prevede un percorso musicale attivo, parallelo a quello del programma di storia per le classi dalla III alla V, con materiale per approfondimenti e altri progetti per le I e II correlati ad altri ambiti di studio.

Seguite le proposte di formazione di Scuola Oltre e, se vorrete, vi accompagnerò in questa affascinante avventura sonora!

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