Narrare il Natale

Narrare il Natale

29/11/2021

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Narrare il Natale

Una riflessione sui contenuti dei libri cartonati e degli albi illustrati per bambini.

 

Raccontare il Natale è quello che facciamo per buona parte del tempo vissuto a scuola e a casa a partire dal mese di novembre. Nasce e cresce nei piccoli, in noi adulti e nel gruppo di convivenza, l’attesa dell’evento più speciale dell’anno. Si tratta di un avvenimento carico di aspettative e di connotati: il tempo che rallenta, la sospensione del lavoro, la vacanza, la condivisione di storie e memorie, il recupero degli addobbi dell’anno precedente, il freddo fuori e il calore della casa, la famiglia che si stringe in un abbraccio caldo e disponibile.

[Morbido Natale morbido fare, di E.Mazzoli/S.Bonanni, ed Bacchilega Junior]

Le espressioni più usate dai bambini, ripetute in loop, sono: “Quando arriva il Natale?” “Quanto manca a Natale?”, “regali di Natale”, “vacanze di Natale”, “albero di Natale” e, last but first, “Babbo Natale”.

Parola comune a tutte quante: Natale. Termine italiano che deriva dal latino Natalem (Christi) e significa giorno della nascita di Cristo. Natale vuol dire che è nato, che nasce, che arriva Gesù e, per quanto fantastica e magica possa essere la rappresentazione dell’arrivo di Babbo Natale (talvolta tanto colorita da togliere forza alla sua stessa connotazione simbolica), è a un’altra venuta, storica, concreta e stravolgente, che la parola fa riferimento.

[La storia preferita di Babbo Natale, di H.Aoki e I.Gantshev, ed. Vita e Pensiero]

Ora, la festa viene vissuta da ognuno secondo le proprie abitudini e il proprio credo; ci sono famiglie che vivono il Natale come festa religiosa e famiglie che non lo fanno.

[Il mio Natale, di E. Spagnoli Fritze/C. Petit, Pulce edizioni]

Per chi lavora e vive con tanti bambini e ha intenzione di intraprendere un’esperienza di mediazione narrativa efficace, inclusiva, divertente, significativa sull’argomento Natale, è a disposizione presso biblioteche, librerie e distribuzioni varie un serbatoio di libri costruiti dai più disparati autori, illustratori e editori, che a uno sguardo panoramico con taglio narrativo (esulando dallo stile, dal contenitore e dal genere letterario) mi inducono a fare cinque raggruppamenti:

1. Libri sul Natale vissuto con storie e simboli laici (Babbo Natale, le renne, gli elfi, i regali, l’albero, gli addobbi, e varie ritualità di condivisione, amicizia, ritrovo familiare). Un’importante pubblicazione in questo senso è il recupero storico fatto da Pulce edizioni che è uscita con Era la notte prima di Natale di Clement Moore, illustrazioni originali della Wilcox, la prima storia (siamo nell’Ottocento) in cui si nominarono Santa Claus e le renne.

2. Libri nei quali troviamo sia Babbo Natale (più somigliante a San Nicola -da San Nicola a Santa Claus- oppure come personaggio magico-fantastico) che Gesù (per esempio Ti regalo il Natale, di E. Mazzoli, ill. Chiara Baudino, ed. Buk Buk, e i sopracitati Morbido Natale e La storia preferita di Babbo Natale).

[Ti regalo il Natale, Mazzoli/Baudino, ed. Buk Buk]

3. Libri che intendono raccontare e illustrare fedelmente l’arrivo di Maria e Giuseppe a Betlemme e la nascita di Gesù (e a volte anche l’arrivo dei magi, per esempio il bellissimo Era la notte di Natale, di Nellist/Selivanova, ed. Paoline).

4. Libri che raccontano la nascita di Cristo con storie parallele di altri personaggi che vengono a conoscenza di questo evento e la cui storia si intreccia con quella di Gesù (L’angelo e l’agnellino di Piper/Stephenson ed. Il Pozzo di Giacobbe, Il flauto del pastore di Zavrel per Arka edizioni, per citarne due).

5. Rievocazioni, rivisitazioni artistiche e tagli originali come per esempio il racconto del primo presepe di San Francesco a Greccio (Giraldo/Bertelle, La storia del primo presepe, ed. Il messaggero Padova) o Natale nella stalla, un racconto della Lindgren – autrice di Pippi Calzelunghe, scritto negli anni Sessanta e illustrato per Il gioco di leggere da Lars Klinting.

Quindi io, adulta operatrice ed educatrice che vive e lavora a contatto con l’infanzia, so di avere la possibilità di scegliere tanti tipi di mediazioni.

La progettazione di un percorso narrativo può e deve accogliere l’estemporaneità, la scintilla dell’ispirazione di una giornata o di un momento, l’apporto creativo e impulsivo dei desideri e delle idee dei bambini, la sorpresa o la scoperta di un libro fatta insieme (magari per un dono ricevuto, pensiamo per esempio a un libro che un bambino porta a scuola e ci chiede di condividere con tutti). Ma di fondo ci dev’essere una preparazione, una conoscenza degli strumenti cardine del nostro lavoro, e il libro è sicuramente uno di questi.

Ricordiamo che la narrazione è un linguaggio che ci mette in relazione, un ponte che in realtà sono tre: uno ci connette fra noi (i libri e le storie ci fanno diventare più amici!), uno connette noi con noi stessi (i libri e le storie ci permettono di conoscerci e esprimerci meglio!) e un altro connette ognuno di noi al mondo fuori (i libri ci aiutano a conoscere e vivere il mondo esterno!).

E ricordiamo che con il gruppo dei Libròmani [sulla piattaforma di Scuola Oltre siamo giunti alla quarta serie di corsi sulla costruzione del libro con materiali di recupero a partire dall’esperienza di condivisione di libri e canzoni del patrimonio letterario e culturale] si possono coltivare e recuperare idee e progetti per costruire con le proprie mani insieme ai bambini e alle bambini libri, librini, librotti e libroni per vivere e raccontare un Natale ancora più bello, immediato, vicino e consapevole.

Se vuoi approfondire gli argomenti trattati da Elisa Mazzoli clicca sul pulsante e vai alla pagina del corso proposto da Scuola Oltre

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