Musica e matematica: che emozione!

È risaputo che il rapporto fra musica e matematica sia molto stretto. Infatti, chi pratica la musica, incappa spesso in numeri intrecciati a situazioni sonore. Fin dai tempi antichi filosofi, musicisti e studiosi hanno definito le numerose connessioni fra le due discipline, ma se la musica fosse regolata esclusivamente dalla matematica, oggi potrebbe essere eseguita degnamente, anzi, con estremo rigore e precisione, da una “macchina”.

(nella foto la Scala Pitagorica)

E il musicista?

Ops, spero di non aver dimostrato la sua inutilità, perché mi sarei data la zappa sui piedi…

Tuttavia i concerti e le registrazioni discografiche continuano a essere affidate a musicisti umani, in caso contrario sarebbero stati tutti licenziati. Già: la maggior parte dei musicisti, qui in Italia non avrebbe nemmeno diritto a un sostegno pubblico, in quanto liberi professionisti (e sottolineo “liberi”!).

Si è fatto tardi e ho in programma una bella serata con la Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz eseguita in un noto teatro torinese. L’articolo può aspettare.

Finalmente a teatro, truccata e tutta in tiro. Poltroncine rosse di velluto, quel vociare discreto del pubblico che non alza mai troppo il tono quasi per timore reverenziale. Luci accese, ambiente accogliente, qualche acido commento sulla mise della vicina. Mi accomodo, pronta per l’ascolto, sperando di non essere colta da un accesso di tosse: l’ultima volta è stato così imbarazzante…

Le luci digradano, cala un silenzio mistico, si apre il sipario e un enorme computer al centro del palco, su un tavolo rivestito di seta amaranto, comincia a emettere suoni. È iniziata la sinfonia e prosegue impeccabile, senza la minima sbavatura per 59 lunghi, interminabili minuti. Il mio sguardo è catalizzato dalla macchina che, beffarda, emette ipnotiche lucine colorate, non so se per evitare o per favorire l’abbiocco.

Bel-con-cer-to

Ot-ti-ma-e-se-cu-zio-ne

Fan-ta-sti-ca-mu-si-ca, i commenti asettici a fine performance.

Esecuzione, concerto? Mah, nessuno ha gli occhi lucidi, nessuno ha sentito la “pelle d’oca”, nessuno ha vibrato al sublime mistero dell’Arte. Dov’è finita l’anima della Musica?

A un tratto mi sento scuotere da un tremito, sono sudata e ho le palpitazioni. È buio intorno e dentro di me, ma a poco a poco la vista ritrova gli elementi rassicuranti dell’arredamento di casa.

Dallo studio provengono le note imperfette di Federica al pianoforte: sta suonando Clair de lune di Debussy. Caspita, si inciampa sempre su quel DO#, devo dirle di ripetere il passaggio un centinaio di volte… Mi alzo, però alla frase successiva rimango lì, immobile, sento squarciare il cielo, la sua anima sta cantando e io vibro e mi commuovo con lei. La immagino rapita dalla melodia, con i capelli mossi e dorati che le lambiscono le spalle e oscillano con il suo corpo abbandonato alla forza del suono. E ringrazio Dio per il dono.

Questa è la magia della musica!

La matematica non basta per rendere onore alla Musica. Solo l’artista sa combinare l’irrazionale con il razionale, la perfezione con l’imperfezione, la ragione con l’emozione. Sa mescolare frequenze, rapporti numerici e frazioni con l’anima: un frullato dal sapore unico, irripetibile, in cui è possibile riconoscere ogni singolo componente.

La Bellezza. Quella che, secondo Dostoevskij, salverà il mondo.

Allora distribuiamo il benefico nettare degli dei, avvolgiamo adulti e bambini con la Musica! Regaliamo loro un computer per le funzioni ordinarie, ma non deprediamoli della Musica e dell’Arte! Del Bello, insomma, ogni volta straordinario…

Solo così la vita sarà più ricca. Non solo di emozioni, anche e soprattutto di umanità.

 

 

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