
ARTICOLO SCRITTO DA: MARTA BRUSCO E ROBERTA FINAZZI FORMATRICE SCUOLA OLTRE
ELEMENTI ESSENZIALI DELL’EDUCAZIONE
Nel mondo educativo, ma estendendo anche nella nostra vita in generale, serve mettere il focus su tre qualità dell’essere umano: costanza, coerenza e calma.
Nel vocabolario online Treccani, digitando il termine costanza ci è possibile scoprire che la parola deriva dal latino constantia, e può essere usata come sinonimo di perseveranza, fermezza: avere costanza nel bene, nei propositi, negli affetti e nello studio. Meno comunemente il termine viene utilizzato nel significato di forza d’animo.
Purtroppo però, molte persone non si ritengono costanti o, effettivamente, non lo sono. Ci piace sempre sottolineare questa differenza, perché spesso, siamo talmente tanto condizionati dai giudizi ricevuti da altri nell’arco della vita e siamo talmente tanto attenti a confermarli, che è bastata l’etichetta fornita dalla professoressa di matematica ai tempi delle scuole medie per convincerci che siamo incostanti, quando invece nella nostra vita quotidiana siamo pieni di esempi che dimostrano la nostra perseveranza.
Detto questo, come possiamo allenarci, come possiamo migliorare la nostra costanza educativa nel contesto aula?
La prima idea che vi proponiamo è quella di ritagliarvi un piccolo spazio nell’aula che sia visibile al vostro ingresso dalla porta. Un angolo del muro, un piccolo spazio sulla scrivania. Poniamo l’esempio che vorreste introdurre all’interno della vostra lezione un nuovo rituale di inizio, degli esercizi di rilassamento e concentrazione, in questo caso creare un piccolo cartellone da appendere potrebbe risultare l’ideale per ricordare a voi e ai vostri alunni questa nuova attività.
Se invece la modifica che vorreste apportare, è legata al vostro modo di essere in aula, potrebbe essere funzionale posizionare un post-it sulla scrivania o sulla copertina del vostro libro di testo, se è un oggetto che utilizzate ogni volta che fate ingresso in aula. In questo caso potete scegliere se scrivere lasciando comprensibile ai vostri alunni, se crearvi un simbolo ancoraggio o un disegno che vi ricordi che cosa state introducendo nella vostra lezione. Ricordatevi che agli occhi dei piccoli e grandi studenti, voi non dovete essere modello di una perfezione inesistente, ma modelli di vita. Quale miglior insegnamento di un professore che vuole continuare a crescere e migliorare per sé stesso e per i suoi alunni?
La seconda caratteristica che riteniamo molto importante nell’educazione viene definita dalla parola coerenza, nel senso di conformità tra le proprie convinzioni e l’agire pratico, ma anche in quanto coerenza tra educatori, coerenza nelle figure che ruotano attorno al bambino.
Partiamo dal primo aspetto, la coerenza individuale. Tutti siamo più o meno bravi a percepire messaggi incoerenti, poi la differenza si rileva nell’ascolto delle nostre percezioni o nel procedere per la nostra strada. I bambini, ancora più che noi adulti, sanno cogliere eventuali incoerenze, quindi la figura educativa deve porre molta attenzione ai messaggi che manda ai suoi alunni.
Tante volte ci sentiamo dire: “ma gli dico che è bravo!”.
E indagando scopriamo che: vengono fatti paragoni continui con i compagni, non vi è mai un gesto fisico di avvicinamento, l’insegnante ritiene che il bambino non si impegni nei lavori che svolge, spesso la frase è “bravo C. adesso però impegnati di più!”, eccetera.
Quando mandate un feedback positivo o di incoraggiamento ai vostri alunni, in che modo lo fate? Li guardate negli occhi? Comunicate non verbalmente che esistono e che gli state dando le vostre attenzioni perché sono importanti? Appoggiate una mano sulla spalla? Fate loro un occhiolino? Create quindi situazioni in cui il vostro legame, la vostra relazione possa alimentarsi di fiducia? Ciò che rimproverate nei comportamenti dei vostri alunni, è seppur in minima parte presente in voi?
In un mondo ideale poi sarebbe il caso di fornire ai nostri bambini una strada coerente a livello educativo, quindi costruire un’alleanza tra scuola e famiglia. Questo per tanti aspetti risulta molto difficoltoso, ma sicuramente potrebbe essere più reale tendere a coordinare il lavoro tra insegnanti.
Al di là di una connessione tra argomenti svolti nelle diverse materie e quei bellissimi progetti multidisciplinari che alcuni docenti progettano e realizzano, avete mai condiviso con i vostri colleghi gli obiettivi educativi? Le modalità educative? I vostri approcci relazionali? Trovare linee comuni permette ai bambini di sentirsi maggiormente sicuri e soddisfatti, permette di muoversi in un campo che percepiscono degno d’amore e attenzione. Un disegno educativo condiviso da adulti di riferimento è alla base di una buona crescita di qualunque bambino. Questo compito, oggi più che mai ricade anche sugli insegnanti, perché purtroppo sono sempre più frequenti i casi di genitori senza un’alleanza educativa.
È solamente qui che viene definita la terza caratteristica, la calma. I frutti dei lavori educativi, hanno bisogno di tempo, terreno fertile, sole e acqua. La calma è essenziale in tutti i lavori in cui abbiamo a che fare con la crescita e lo sviluppo. Calma non è mancanza di autorevolezza, ma un approccio paziente, di ascolto e di attesa. La calma, lo stato di pace e tranquillità, è caratterizzata da quiete e benessere.
Come allenarla? Esercizi d respirazione, esercizi di visualizzazione di ambienti o colori neutri e rilassanti. Ad esempio ci sono persone che al bisogno di attivare questo stato, chiudono gli occhi e si immaginano sdraiate su un prato verde, una grande quercia poco distante e qualche elemento colorato, una farfalla, qualche margherita. Ognuno ha il suo luogo, quindi chiudi gli occhi e immaginati in uno stato di quiete e serenità, quella è la tua immagine gancio. Oppure prendi un foglio e dei colori e traccia delle linee curve, degli scarabocchi che ti aiutino nella ripresa del respiro, nel rallentare e stare nel qui e ora.
Ecco che allora dobbiamo aggiungere un quarto elemento essenziale dell’educazione, la consapevolezza. Consapevolezza dei propri pensieri, delle proprie modalità, la consapevolezza del proprio agire nel momento presente. Riteniamo che questi spunti vi possano essere utili, ci sarebbe ancora molto da dire, ma lo faremo in altri interventi. Per ora per acquisire maggiore consapevolezza, ci limitiamo a consigliarvi di iniziare tenendo un diario e annotarvi il vostro essere insegnante. Come vi siete rivolti ai vostri studenti? Avete perso la pazienza, perché? Cosa vi ha innervosito? Oggi con quali parole vi siete espressi?
Iniziate in questi mesi estivi, nel vostro essere donne e uomini, madri e padri, figli e figlie, siate consapevoli e allenatevi alla miglior versione di voi stessi.
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