Diritti e Doveri: proposte didattiche

ARTICOLO SCRITTO DA: SILVIA DONATACCI – FORMATRICE SCUOLA OLTRE

 

Obiettivi

  • Partecipare a discussioni di gruppo, individuando il problema affrontato e le opinioni espresse.
  • Utilizzare il pensiero divergente come modalità di incontro e scontro di idee.
  • Produrre pensieri e testi per raccontare esperienze.
  • Esprimere la propria opinione senza timore di giudizio.
  • Riconoscere e utilizzare i principali connettivi temporali, logici, spaziali.

Avviamo con la classe un’attività di brainstorming al fine di riflettere collettivamente sul tema dei diritti dell’infanzia. Seduti in cerchio, pennarelli e un grande foglio disposti a terra, al centro la parola “diritto”. Cerchiamo di disegnare e rappresentare tutto ciò che di correlato alla parola ci viene in mente. Con i bambini della scuola dell’infanzia ci sarà un approccio più ludico, facciamoli riflettere sul diritto a rispettare sé stessi e gli altri: “mi comporto sempre bene con…?”. Attraverso il disegno libero, tratti grafici e colori, portiamoli a esprimere il diritto in “emozioni in colore”. Per il primo ciclo della scuola primaria, pensiamo a verbalizzare un’esperienza di vita condivisa a scuola, magari quelle relazioni con i compagni dove non ci siamo sentiti rispettati; disegniamo le emozioni che questo ha suscitato in noi. Successivamente con la classe, dopo aver raccolto e approfondito tutti i termini emersi, individuiamo una definizione corretta e condivisa da tutti.

Elenchiamo i diritti che i bambini ritengono di poter godere, poi, eliminando quelli che non corrispondono alla definizione stabilita, costruiamo la piramide dei diritti: ai piedi della figura andranno trascritti i diritti giudicati fondamentali e, sopra, tutti gli altri.

Come per tutto ciò che si ritiene importante, anche i diritti hanno una loro giornata commemorativa; a livello internazionale è stato individuato il 20 novembre come Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia.

A completamento dell’attività recuperiamo dal cartellone, o facciamo emergere laddove manca, altri due termini: dovere e rispetto. Con una discussione collettiva, sentita, partecipe di tutti e per tutti, diamo a ciascuno l’opportunità di esprimere le proprie conoscenze in merito, al fine di trovare una definizione condivisa.

Con i più piccoli penseremo a proporre letture come sfondo integratore (per esempio “Fiabe e diritti”, 7 storie in audio-libri per raccontare 7 diritti dell’infanzia. Digita didatticapersuasiva.com), video di inclusione e avvio alla conoscenza dei diritti fondamentali (Cleo e Clea e i diritti dei bambini- video Save the Children Italia). Con i bambini più grandi della Primaria avvieremo un percorso di ascolto, lettura e produzione scritta in base alla classe in cui operiamo.

Diritti sì ma per tutti?

Dopo aver diviso a metà alcuni foglietti colorati scriviamo da un lato di ciascuno un diritto e chiediamo agli alunni di annotare a fianco i doveri corrispondenti.

Proponiamo poi un racconto, Storia di lei di Roberto Piumini. Il testo narra la biografia di una bambina a cui è stato negato un diritto così scontato che a noi potrebbe sembrare incredibile: il diritto al nome, alla propria identità.

Riflettendo sulla sua storia potremmo introdurre il tema dei diritti negati e far comprendere ai bambini come questo sia un tema tanto drammatico, quanto diffuso.

In seguito proponiamo la lettura di un altro brano, questa volta di carattere autobiografico:

Mi chiamo Putul e ho 9 anni. Lavoro a Dacca in una fabbrica di camicie destinate all’America. Inizio a lavorare alle 8 del mattino e finisco alle 10 di sera: quando c’è molto da fare lavoro anche fino alle 3 di notte. Quando sbaglio il capo mi picchia e ogni occasione è buona per togliermi la paga. Se entro anche un solo minuto più tardi, alla terza volta perdo un giorno di paga; se faccio un giorno di assenza, mi tolgono tre giorni di paga. Insomma raramente porto a casa più di 300 rupie (circa 5 euro). Nella fabbrica noi bambini siamo tanti. Forse siamo più della metà di tutti i dipendenti.

Putul, Dacca, Asia

Biografia e autobiografia

I brani letti permetteranno di compiere un lavoro di analisi e di confronto dei due tipi di testo, così da giungere a definire le caratteristiche che distinguono un racconto biografico da uno autobiografico. Infine quanto emerso verrà riassunto sul quaderno come nello schema seguente (vedi schema biografia/autobiografia).

Biografia

  • È un racconto scritto in terza persona.
  • L’autore racconta la storia o alcuni avvenimenti della vita di un personaggio.
  • È scritta per un pubblico di lettori.
  • Si descrivono in ordine cronologico i fatti accaduti.
  • I verbi sono espressi al tempo passato.
  • La narrazione è prevalentemente descrittiva e oggettiva.
  • Lo scopo è quello di presentare un personaggio ripercorrendo le tappe più significative della sua esistenza.

Autobiografia

  • È un racconto scritto in prima persona.
  • L’autore principale racconta di sé stesso e della propria vita.
  • È scritta per un pubblico di lettori.
  • Si descrivono in ordine di tempo fatti accaduti nel passato in luoghi reali.
  • I verbi sono espressi al tempo passato.
  • La narrazione è ricca di riflessioni e di commenti personali.
  • Lo scopo è quello di raccontare per ricordare o testimoniare ad altri le proprie esperienze.

La nostra bio-grafia

L’autobiografia è uno strumento che ci permette di svolgere un’attività meta-cognitiva finalizzata ai processi di conoscenza, a partire dalle proprie esperienze di vita per poi orientarsi alla conoscenza dell’altro. Si tratta di un “viaggio” introspettivo per comprendere le relazioni che si instaurano tra bambini e bambini nonché fra bambini e adulti. Lavorare sull’autobiografia offre importanti opportunità didattiche ed educative: identità, senso di appartenenza, recupero della memoria, emozioni e sentimenti.

Una prima fase di ricerca prevede, per gli alunni, il reperimento di documenti, giochi, oggetti, dati relativi al loro passato. Ognuno porterà in classe qualcosa di significativo della propria storia personale. Tale materiale avrà un impatto emotivo che permetterà a ciascuno di mettersi in gioco e raccontarsi (invitiamoli a farlo in modo informale, seduti in cerchio a terra, in modo da potersi guardare e confrontare reciprocamente).

Dall’osservazione dell’oggetto portato, ad esempio una foto, faremo scaturire alcune domande: a quanto tempo fa risale?  Chi c’era con te? Dove è stata scattata? Verbalizziamo il vissuto personale, poi procediamo alla stesura del testo.

Elaborazione della propria autobiografia

Proponiamo ai ragazzi di immedesimarsi nel ricordo di loro esperienze passate in relazione a sé e agli altri attraverso lo stimolo di frasi-guida da completare. Si tratta di ricostruire i momenti più significativi della loro infanzia collocandoli in un contesto affettivo-relazionale legato alla dimensione spazio-temporale.

Durante le attività è opportuno lasciare spazio alla creatività e all’immaginazione: l’alunno inizia a descrivere sé stesso come ritiene più opportuno, solo in un secondo momento interverremo per suggerire eventuali correzioni o riflessioni sull’elaborato. Il nostro ruolo è di suggerire per portare all’autocorrezione nella forma, ma non nel contenuto. Questa è una fase interessante ma delicata, dove il docente favorisce la condivisione senza forzature, promuovendo la particolarità di ciascuno. Per esprimere meglio i propri stati d’animo è utile fare ricorso ai colori e al disegno che poi si tradurranno nell’uso di metafore e similitudini: “sono grigio tristezza quando…Sono verde speranza quando…”.

Attraverso il testo autobiografico i bambini utilizzano il pensiero divergente per riscoprirsi e presentarsi al mondo, prendono coscienza di sé e si riconoscono protagonisti attivi delle loro esperienze di vita.

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