La mia lunga esperienza di insegnamento musicale come esperto esterno e come formatrice mi ha fatto comprendere quanto sia indispensabile prendersi cura degli insegnanti, prima dei bambini. In quasi tutte le discipline il docente si sente preparato e dispone di un’infinità di schemi metodologici da personalizzare cui attingere. A meno che l’insegnante non abbia uno specifico interesse personale, nella maggioranza dei casi possiede limitate competenze musicali per l’insegnamento. Nel migliore dei casi ha ricordi fumosi del passato basati su una metodologia obsoleta. Eppure tutti sono consapevoli che la Musica sia un valido strumento di comunicazione nell’età prescolare e nella Scuola Primaria. Grazie alle occasioni di confronto e alle confidenze con insegnanti nei lunghi corridoi di centinaia di scuole, ho raccolto dati significativi che mi hanno motivata a dedicarmi alla formazione e alla guida dei docenti per affiancarli nel mondo dei suoni.
La Musica è un linguaggio non verbale, difficile da trasmettere se non familiare. Immaginate di dover svolgere una lezione in una lingua che non padroneggiate, le cui uniche conoscenze consistono in studio su manuali, qualche corso e poco più. Probabilmente vi sentireste in ansia, gran parte dei vostri schemi teorici andrebbero in frantumi e non risultereste credibili agli occhi dei bambini.
Attenzione! Questa similitudine non significa che solo i musicisti possano insegnare Musica in modo efficace. Al contrario, proprio i musicisti hanno il compito di motivare al massimo ogni singolo docente, entrare nella sua comfort zone e accompagnarlo oltre, secondo una diversa prospettiva. Tutto questo è possibile evitando una formazione rivolta a produrre delle copie conformi e prediligendo la valorizzazione delle naturali potenzialità musicali di ogni singolo maestro, evidenziando i gusti, le competenze pregresse e le predisposizioni individuali. I corsi di aggiornamento musicale troppo teorici o costruiti sulla personalità del formatore sono di difficile riproposizione in classe: sul momento sembra tutto chiaro, dopo qualche ora, giorno, settimana… risulta difficile, se non impossibile, utilizzare il materiale e le modalità acquisite.
Ho incontrato e incontro ogni giorno validissimi docenti, motivati, curiosi, tutti meravigliosamente diversi, proprio come ogni alunno e in ogni mia formazione inizia proprio definendo il concetto di diversità. Vorrei presentarvi quindi, in modo sorridente e un po’ ironico, ma molto affettuoso, alcune tipologie di insegnanti che ho incontrato e classificato in 9 gruppi, abbinandole ad altrettanti personaggi della fiaba di Biancaneve e i sette nani.
Vi invito a mettervi in gioco: chissà se vi riconoscerete, anche solo in parte, nelle personalità che descriverò, pur esagerandone i tratti?
Questo potrebbe essere il punto di partenza per conoscersi, riconoscersi e attivare il count down per cambiare prospettiva. I miei corsi di formazione in webinair o, quando sarà possibile, anche in presenza, prenderanno forma proprio da VOI! Buon divertimento!
ANIMALETTI DEL BOSCO: l’insegnante canterino
Possiede una naturale predisposizione al canto e trasforma in canzone anche l’elenco del telefono. Ha una buona padronanza del linguaggio verbale e coinvolge i bambini in innumerevoli invenzioni di filastrocche musicate. Per ogni canzone inventa parafrasi straordinariamente creative. Di conseguenza le sue classi sono allegre, molto unite e amano cantare, anche durante l’intervallo o le passeggiate.
PISOLO: l’insegnante tranquillo
È un fruitore di musica passivo e possiede estese collezioni di cd. Ascolta musica in auto, a passeggio, in palestra o mentre cucina. E a scuola? Accoglie i bambini a suon di musica, la propone durante la merenda, mentre disegnano, dopo pranzo e in qualsiasi momento vuoto. È una persona che ispira fiducia; instaura facilmente rapporti profondi e confidenziali con gli alunni. Confida nel potere rilassante della musica per la propria quiete e per quella dei piccoli. Non si entusiasma se i bambini rispondono all’ascolto con eccessivo movimento. Preferisce proporre la musica come sostituta della camomilla e si esalta se un bambino si addormenta rapito dall’ascolto. Le classi guidate dal docente Pisolo sono molto equilibrate e piacevoli, anche se conservano una certa riservatezza nell’espressione corporea.
MAMMOLO: l’insegnante timido
Non ha vissuto esperienze musicali positive durante l’infanzia e si sente bloccato a cantare di fronte agli alunni. Già! Di solito è molto preciso e competente, un po’ timido e insicuro. A scuola deve rivestire un ruolo educativo importante e quella sua voce cantata è così diversa dalla solita voce. La percepisce come estranea, teme di non essere all’altezza e prova imbarazzo. “Non chiedetemi di cantare, sono stonato” è il ritornello che ripete anche durante i corsi di formazione. Ma in fondo cerca qualcuno che lo aiuti a star bene anche con quella voce così nuda, così vera. Pensa che il suo alibi sia valido per limitare al massimo le esperienze sonore in classe. Tuttavia accoglie con piacere la consulenza esterna perché gli dà sicurezza.
BRONTOLO: l’insegnante “musica no grazie”
Se state leggendo, sicuramente non vi riconoscete in questo profilo, ma forse ne avrete incontrato qualcuno. Questo docente non nutre alcun interesse verso il mondo dei suoni. Nella Scuola Primaria rifila la materia al collega per dedicarsi a qualsiasi altra cosa, Educazione Civica compresa. Non suona, non canta, predilige attività meno futili e cerca di evitare ogni forma di spettacolo di fine anno… Perdita di tempo.
EOLO: l’insegnante matematico e scienziato
La musica è matematica è il suo credo e lo trasferisce alla classe che in tenera età sa già scrivere le note sul pentagramma e sa riprodurre ritmi elementari. Utilizza una grande quantità di strumenti non convenzionali per spiegare le frazioni: in primis le torte. Ama le spiegazioni scientifiche di fisica acustica: vibrazioni, onde sonore, propagazione del suono, eco… Nella pratica il suo insegnamento musicale è soprattutto dedicato al ritmo: infatti i bambini sanno marciare con ordine anche quando scendono le scale per uscire. Eolo si individua facilmente perché tiene sula cattedra un tamburello da ritmica per scandire i ritmi. Le sue classi acquisiscono un notevole ordine mentale, si fanno molte domande e sono molto disciplinate.
BIANCANEVE: l’insegnante ballerino
Ogni suono diventa movimento, anche la campanella! Le sue attenzioni sono principalmente rivolte alla danza hip hop, a coreografie colorate e a costumi variopinti. Possiede classi molto vivaci e chiassose. Sa motivare e valorizzare le bambine ballerine, meglio se si esibiscono in spaccate ed acrobazie. Gli intervalli sono confinati in fondo al corridoio che si trasforma in sala danza con schemi di coreografie appesi ovunque. L’entusiasmo sale alle stelle quando anche l’insegnante si butta nella mischia trascinando i più restii nella mischia. È una personalità che ama la compagnia. Fuori della scuola frequenta corsi di Salsa, Merengue o Danza del ventre indossando costumi sgargianti. Le sue classi sono colorate, hanno un buon senso ritmico e sono piuttosto coordinate nei movimenti.
GONGOLO: l’insegnante suonatore incallito
Ama la musica, ha imparato a suonare la chitarra e da quel momento non la molla un attimo. I bambini sono attratti dallo strumento e assecondano le sue esibizioni talvolta ripetitive. Qualche volta esagera e sogna di ricevere fiumi di applausi a ogni accordo. I colleghi l’hanno ormai etichettato e non potrà sfuggire quando ci saranno le esibizioni di fine anno; per questo motivo si accoppia volentieri con l’USIGNOLO. Le classi di questo tipo di docente sono divertenti, un po’ atipiche e naif.
DOTTO: l’insegnante musicologo
Sa tutto, perfino il nome del dentifricio di Mozart. Da studente era l’esperto in ricerche ricche di particolari sconosciuti ai più. Applica il suo studio compulsivo alla Musica e fa riempire quaderni di biografie e schede d’ascolto. Non c’è classe cui non abbia proposto Pierino e il lupo nella versione di Benigni e se, per caso, viene programmata un’esibizione in qualche luogo sperduto, convince i genitori a orientare il viaggio d’istruzione proprio lì. I bambini dell’insegnante DOTTO sono quelli che si presentano nell’aula per il laboratorio con il relativo quaderno a quadretti. Sono docenti appassionati e si rivolgono volentieri a un esperto esterno perché sanno che fuori dagli schemi musicologici si sentono in difficoltà. Abbinano il concetto di Musica alle nozioni musicali.
CUCCIOLO: l’insegnante esuberante chi si ferma è perduto
Quando partecipa ai corsi di formazione (almeno 5 all’anno) è un fiume in piena, sente il bisogno di comunicare e condividere ogni singola esperienza realizzata nella sua carriera di docente. Lavora tantissimo, è sempre affannato e ritiene di non aver mai prodotto abbastanza. Propone moltissimi spunti musicali, ha sperimentato tutte le metodologie possibili e immaginabili, è affamato di musiche che costantemente chiede di condividere. È un raccoglitore compulsivo: gli armadi sono pieni e i materiali del corso del 1994 sono ancora nella stessa cartellina. È un vulcano, esuberante nella vita e a scuola. Le sue classi sono complesse e faticose, ma molto stimolanti: i bambini intervengono spesso con riflessioni e domande. È quasi impossibile portare a termine una lezione completa per le continue interruzioni. Gli alunni sono coinvolti in molte attività e mettere in ordine le conoscenze non è facile.
Grazie per aver giocato con me: se vorrete partecipare alle mie formazioni o ai webinair, raccontatemi prima in quale tipologia di insegnante vi identificate di più. Scopriremo insieme la didattica giusta per voi, sempre con il sorriso!
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