Attività motoria: si, no, forse

ARTICOLO SCRITTO DA: FRANCESCA DA RE – FORMATRICE SCUOLA OLTRE

 

Ecco giunta la notizia inaspettata! No all’attività motoria a scuola! Una notizia improvvisa, dirompente, anche disorientante per chi lavora nell’ambito: si perché grande è il valore e ruolo della stessa nella salvaguardia del benessere e costruzione di un corpo in salute. Numerosi sono ormai gli studi in merito e le evidenze scientifiche: l’attività fisica è in grado di apportare importanti benefici allo sviluppo armonico e in equilibrio non solo del corpo ma anche della mente, è utile strumento nella prevenzione e lotta al sovrappeso e obesità, si hanno risultati evidenti anche sul miglioramento dei valori degli esami del sangue in particolare sul profilo dei grassi e sul controllo glicemico (squilibri costanti del valore glicemico sono un fattore di rischio per  lo sviluppo di Diabete mellito di tipo 2 e Sindrome Metabolica), allena il Sistema cardiocircolatorio e respiratorio, stimola lo sviluppo scheletrico e muscolare, ha effetto preventivo nei confronti dell’insorgenza di ictus e alcune tipologie di tumori.

Se non fosse abbastanza, lo svolgimento di attività fisica può influenzare il sistema immunitario, ovvero le difese del nostro organismo; in realtà può avere effetti sia in senso negativo che positivo. Perché questa ambivalenza? Perché l’attività per essere allenante deve stressare il nostro organismo per indurlo a migliorarsi, la crescita e potenziamento di nuove strutture è la soluzione più scontata (il corpo umano forgiatosi in milioni di anni è una macchina complessa ma molto logica ed efficiente) per permettere di resistere a un secondo «attacco» esterno che mina l’equilibrio stabile dell’organismo. Se l’allenamento e l’attività motoria sono, quindi, ponderate sul soggetto, sulla sua età, capacità, necessità, ecco che il corpo migliora e si rinforza nel tempo; se, invece, lo stress che viene attuato e la fatica richiesta sono smisurate rispetto alle capacità dell’organismo di reagire o sono intense e prolungate nel tempo, il corpo non migliora ma anzi riduce le sue capacità e funzionalità. Mentre, quindi, nel primo caso la persona si trova ad avere un corpo e organismo molto forte e ben preparato ad affrontare e sconfiggere qualsiasi attacco virale, nel secondo caso al contrario avrà le difese già messe a dura prova e quindi si troverà maggiormente esposto agli agenti patogeni esterni che il Sistema Immunitario non riuscirà a respingere.

Quindi, attività motoria utile o non utile per rinforzare l’organismo?

Come molto spesso accade, la soluzione sta nella mezza via.

Conoscendo le influenze che l’attività motoria ha sul corpo, si può comprendere il perché a numerosi livelli essa venga data come consiglio e suggerimento per il raggiungimento e mantenimento dello Stato di salute. Fondamentale, direi, soprattutto nella fase evolutiva dei bambini. Un corpo in crescita, se opportunamente stimolato da input esterni, può sviluppare al massimo le sue strutture, aumentando le potenzialità innate della persona o modificando eventuali tendenze. Ognuno di noi nasce con un bagaglio genetico che predispone già alla nascita le caratteristiche generali del corpo di cui disporrà, ma seppure la strada di sviluppo è già tracciata, vi sono anche ampie potenzialità di sviluppo o meno che possono essere influenzate dall’ambiente in cui cresciamo e dallo stile di vita che facciamo. Come si è soliti dire, la genetica non è tutto!

Facciamo degli esempi. I muscoli sono ancorati tramite tendini alle ossa (generalmente 2) e tramite il loro accorciamento le muovono nello spazio: questa è la base della nostra capacità di muoverci; in fase di crescita, le ossa però sono anch’esse in movimento poiché non sono strutture rigide già formate, ma continuano giorno dopo giorno a produrre materiale osseo e ad allungarsi e crescere. Ebbene, la continua contrazione muscolare con i muscoli che «tirano» e spostano le ossa le stimola ad aumentare questo processo di crescita; se un bambino ha, per esempio, un potenziale basso di crescita in statura perché di famiglia la media di statura è bassa, l’attività motoria può stimolarlo a guadagnare qualche cm in altezza. Lo stesso può valere per atteggiamenti posturali sbagliati, come il più conosciuto la scoliosi: se questi bambini vengono indirizzati verso sport e attività bilaterali, dove cioè si utilizzano in egual misura entrambi i lati del corpo, ecco che lo si può aiutare a contrastare questo atteggiamento; al contrario, la scelta errata di un’attività unilaterale che sviluppa maggiormente un arto rispetto all’altro, ne può accentuare l’insorgenza.

Si capisce bene, quindi, che la giusta presenza di attività motoria nella giornata di ciascun bambino (e adulto) ne condiziona in maniera positiva lo sviluppo e la crescita, gettando le basi per un futuro e una vita in salute. Il termine «giusta» è la chiave di tutto.

Ecco che il tutto si ricollega alle indicazioni di attività motoria date dagli organismi nazionali e internazionali per bambini e adolescenti: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) i livelli raccomandati di attività fisica per bambini e adolescenti (5-17 anni) comprendono tutte quelle attività come il gioco, l’esercizio strutturato, l’educazione fisica, lo sport, gli spostamenti, realizzate nel contesto familiare, scolastico e di comunità, che permettono nel loro insieme di accumulare giornalmente almeno 60 minuti di attività motoria di intensità da moderata a vigorosa, includendo inoltre attività per rafforzare l’apparato muscolo-scheletrico almeno 3 volte a settimana. Vi è un’apposita Piramide del Movimento che dà indicazione in maniera molto immediata e chiara di quelle che sono le necessità di movimento giornaliere e settimanali del bambino; si parte dall’indicazione quotidiana di camminare, muoversi all’aria aperta, giocare con i coetanei, a quella settimanale di fare attività organizzata, diminuendo all’apice della piramide tutte le attività che comportano sedentarietà come guardare la tv, il computer, lo stare seduti per più di 30 minuti consecutivi.

Perché, quindi, si è arrivati al punto di vietare queste attività? Purtroppo a fronte di tanti vantaggi ed effetti benefici, il rischio aumentato di incorrere in un contagio ne fa un’attività a rischio; quella che era (ed è in condizioni di normalità) una qualità positiva del fare movimento ovvero l’attivazione metabolica, cardiovascolare e respiratoria del corpo con conseguente aumento degli atti respiratori al minuto, diventa attualmente il suo tallone d’Achille. Non solo per il bambino in sé, ma anche per tutte le persone che lo circondano. Si può, quindi, fare qualcosa per salvaguardare entrambe le necessità? Da una parte il contenimento di una diffusione virale su larga scala, dall’altra dare ai bambini ciò di cui hanno bisogno? Forse si, certo bisogna pensare un po’ fuori dagli schemi di routine attuati fino ad oggi.

 Mi chiedo se sia possibile pensare all’attività motoria quotidiana anche a scuola come avviene nel Nord Europa, una passeggiata attorno all’edificio magari, soprattutto per quei plessi dotati anche di un bel giardino esterno; non si tratta di fare allenamento o corse che portino ad avere il fiatone, ma solo di muoversi giornalmente almeno un 15-20 minuti al giorno in più. Può essere l’occasione per cogliere particolari architettonici della propria scuola o della natura, per raccogliere informazioni con gli alunni su temi da affrontare in classe, stimolare i sensi a vedere, udire, annusare quanto sta loro attorno, raccogliere materiale foglie, rami, sassi, per poi comporre opere artistiche naturali in un secondo momento. L’occasione può essere davvero ricca di spunti per essere integrata nel percorso formativo classico, con l’aggiunta di un vantaggio pratico in termini di salute fisica e psichica.

Le maestre degli istituti italiani che hanno adottato tale pratica aderendo, tra i tanti, al progetto «Un chilometro al giorno» promosso dalla Lega Italiana per la Lotta ai Tumori hanno dichiarato che una volta tornati in classe i bambini mostrano una maggior concentrazione e sono più rilassati durante le lezioni. In questi tempi in cui la tensione è molta e vi è la necessità di sottostare sempre a regole e protocolli molto rigidi, un momento di pseudo libertà può essere davvero rigenerante per gli alunni, soprattutto per l’umore e lo spirito. Inoltre, tali attività permettono comunque di mantenere il distanziamento sociale e di poter essere svolte con le attenzioni del caso, senza che queste diventino per forza soffocanti.

Non possiamo attualmente attività pratica fisica a scuola, ma se la prescrivessimo a casa come compito per i nostri alunni? «Da scrivere sul diario. Per domani vi chiedo di fare 30 minuti di gioco libero all’aperto!» disse la maestra – immagino i visi stupiti dei bambini, come il desiderio di fare assolutamente questo compito prescritto; inoltre, esso può essere spunto di discussione e analisi futura con la classe, vedendo insieme quali giochi sono stati svolti, con che durata, che regole, dove si sono svolti, se hanno avuto delle difficoltà e in caso come sono state risolte, se non sono state risolte si può provare insieme al gruppo classe a trovare delle soluzioni in modo che il bambino possa riprovare l’indomani a svolgere il suo gioco senza problemi. Potete inventare insieme a vostri alunni dei giochi e dare il compito di riprovarlo a casa, vedendo se nella pratica funzione oppure se ha bisogno di revisioni ulteriori. Ricordatevi sempre che anche il gioco è movimento e salute per i bambini!

E se siamo in DAD? Non fermiamoci nemmeno di fronte a questo! Numerose associazioni e società sportive svolgono già attualmente allenamenti online, l’attività è assolutamente fattibile anche a distanza e tramite dispositivo tecnologico. Potete lavorare su esercizi di equilibrio, andature e salti sul posto, esercizi adattati all’ambiente casalingo o con utilizzo di materiale della vita quotidiana, con l’ausilio di musica e non; l’attività motoria e fisica può e DEVE rientrare nella programmazione di lezioni in DAD perché può essere una delle poche occasioni di reale movimento per alcuni bambini.

Provateci anche voi in prima persona poiché solo se farete attività la sentirete e capirete, perché sarà un motivo di avvicinamento con i vostri alunni, perché proverete esattamente quello che provano loro, sentirete di cosa hanno bisogno e saprete dare loro le indicazioni giuste che possano servire per migliorare e riuscire in un esercizio che avete dato. Siate i primi o le prime a rompere un muro di diffidenza che può sorgere di fronte all’educazione motoria online; su molti fronti è già stato rotto e sdoganato ma si parla sempre di altri mondi, altre realtà più sportive, siate invece i primi e i più convinti a realizzarlo per i vostri bambini, per la vostra classe, per la vostra scuola.

C’è tutto da guadagnarci: nel corpo, nella mente, nello spirito.

RIFERIMENTI:

https://sip.it/2017/09/25/non-solo-sport-ma-anche-gioco-la-piramide-dellattivita-fisica-e-motoria-per-combattere-lobesita/

http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?id=51&area=Vivi_sano

https://www.sportiva-mens.it/attivita-fisica-sistema-immunitario-che-relazioni-hanno/

https://www.epicentro.iss.it/attivita_fisica/bambini-Adolescenti

https://www.epicentro.iss.it/attivita_fisica/attivita-fisica-prevenzione-cardiovascolare

https://www.epicentro.iss.it/guadagnare-salute/attivita/

https://www.scienzemotorie.com/sistema-immunitario-e-attivita-fisica/

https://www.comune.vicenza.it/albo/notizie/notizie.php/244792

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1 Comments

1 commento

  1. Renza Mondo

    Ottimo articolo

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