“Air de Paris” è un’ampolla di vetro contenente 50 cc d’aria di Parigi.
Nel 1919 l’artista Marcel Duchamp la portò in dono all’amico e sostenitore Walter C. Arensberg a New York.
Le opere dadaiste come questa fanno ancora discutere per la loro carica provocatoria, incontrano l’adorazione e l’insofferenza del pubblico, schiaffeggiano ironicamente canoni e codici con invenzioni e iperboli.
Hanno segnato l’avvento di una nuova epoca, quella in cui, per usare le parole di Duchamp “l’opera d’arte è solo un concetto nella mente dell’artista”.
Dalle teche rai “la lezione di Marcel Duchamp”
http://www.teche.rai.it/2015/07/la-lezione-di-marcel-duchamp/
Marcel Duchamp Aria di Parigi 1919 – L.H.O.Q. 1919 – Ruota di bicicletta 1913
Man Ray Cadeau 1921
Se il pubblico si divide, i giovanissimi sgranano gli occhi e poi ridono. Chi non ha giocato a scarabocchiare le facce sui giornali come ha fatto Marcel Duchamp mettendo i baffi alla Gioconda! Il dadaismo è accolto con simpatia a scuola e questa predisposizione d’animo è una grazia da cogliere al volo. Mi sono chiesta come rendere comprensibile l’azione concettuale dell’ampolla d’aria di Parigi di Duchamp, salvaguardandone il valore artistico e l’aspetto ironico. Togliendo la parola Parigi.
Aria di è un atelier che ho progettato per la terza classe della secondaria di primo grado, per la secondaria di secondo grado e per noi adulti.
Munirsi di una boccetta e trovare il momento giusto da collezionare. Questo processo si attiva attraverso il dialogo: che cosa vale la pena trattenere di tutti i momenti della giornata? Chi e che cosa è importante per me? È il luogo a fare il momento? Sono le persone? Sono io? Io. Chi sono io?
Poiché al pensiero o all’emozione segue l’azione, la persona si mette in moto nella sua interezza: Hic et Nunc. Dopo anni di raccolte aeree oggi posso vantare una ricca collezione di boccette confezionate personalmente o che mi sono state regalate, provenienti da tutto il mondo, da situazioni e momenti speciali.
boccette d’aria dalla mia collezione. Grazie amici.
Uno di questi momenti unici riguarda una collega di lingue, Silvia, che si era appassionata all’atelier Aria di ed era sempre entusiasta delle boccette raccolte dai ragazzi.
Silvia si sarebbe sposata di lì a pochi mesi e mi ha invitato alla cerimonia. Il giorno del suo matrimonio ho preso la mia boccetta più bella, un bottiglino di vetro con tappo in sughero per le grandi occasioni. In chiesa, con discrezione, ho appoggiato il bottiglino aperto sul banco di legno. Al momento dello scambio delle promesse ho raccolto l’Aria del sì.
Qualche settimana dopo le ho consegnato la confezione regalo. Avete la pelle d’oca? Noi l’avevamo!
Una speciale raccolta riguarda un alunno appassionato di scienze. Sapeva che quella settimana ci sarebbe stata la luna piena, il fenomeno avrebbe avuto luogo intorno alle 23.30. A quell’ora di norma era già a letto, così ha messo la sveglia alle 23.15, si è alzato, ha sollevato piano la tapparella per non svegliare il fratello e poi via, a raccogliere l’aria fuori dalla finestra. Aria di Plenilunio.
E ancora una ragazza, che una domenica di maggio al mare con la famiglia si è piazzata in riva con la sua boccetta a raccogliere aria. Il fratello le ha chiesto “cosa stai facendo? Sei matta?” E lei: “Non rompere sto facendo i compiti di arte!” Aria di Esami.
Uno studente il giorno della consegna dell’aria ha dichiarato di aver rotto la boccetta per errore e di aver travasato l’aria in una nuova ampolla. Insieme a un compagno, con l’ausilio di un sacchetto, hanno creato l’effetto sotto vuoto per salvare il salvabile. Aria di Domenica.
Voi al mio posto avreste considerato valido l’elaborato? In tempi di playstation direi proprio di sì. Anzi grazie.
Questo atelier concettuale svela come dietro a un gesto apparentemente senza senso si celino significato, motivazione, carica espressiva e joie de vivre!
Ma attenzione, nella sua semplicità non è una proposta dai risultati scontati, funziona solo se l’insegnante ci crede pienamente e si mette in gioco in prima persona.
Un ultimo esempio dal mio atelier:
Aria di Quarantena
raccolta il 26 marzo 2020: l’aria immobile e silenziosa riflette l’inquietudine e la speranza di un momento memorabile.
Galleria di raccolte aeree
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